• L’avversario

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    Un calderaio, vecchio e silenzioso, che muove i suoi passi lungo sentieri sghembi e terreni aridi o fangosi. Un borgo che sembra essere abitato da donne tutte uguali: bionde, esili, incinte. E poi la pioggia, la religiosità, la superstizione, i vaghi rimandi a un ordine superiore. Attraverso una prosa contraddittoria, ora asciutta ora descrittiva, e un linguaggio solenne ricco di polisindeti, paratassi, tropi e ripetizioni, “L’Avversario” ci trascina in un mondo privo di connotazioni e fuori dal tempo, i cui ritmi vengono scanditi dai tumulti della fame, della miseria, dell’abbandono. Una storia arcaica, biblica, sanguinosa, che si muove lungo i binari del folk horror e che trasmette un senso di inesorabilità e putrescenza.

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