La nuova stagione

di Matteo Ignesti

Tappandosi la narice con il dito, soffiò forte dal naso. Il muco schizzò per terra e in parte sui suoi bermuda a fiori rosa e gialli. Lo aveva visto fare a un ciclista durante il Giro D’ Italia e rimase colpito dalla semplicità e arroganza del gesto. Un grosso vaffanculo a ogni convenzione sociale autorizzato dall’agonismo. Lo faceva tutte le volte prima di prendere la stagnola e farsi un free-base. Era il suo dito medio contro Giovanni e gli scoppiati della sua congrega. Non voleva averci niente a che fare e invece quelli continuavano a bacargli le palle con la storia del giorno che verrà e su come dovranno, e dovrà, tenersi pronto. Insopportabili invasati della prima ora con le loro idee fasciste su come tutto si sarebbe risolto grazie a loro.

Non erano sempre stati così.

Quando gli avevano comprato quell’enorme attico in piazza del Duomo a Firenze, un centinaio di anni fa, erano ancora amici. Giravano per le vie strette e intime del centro come un gruppo di amici senza troppi pensieri. Ridevano, bevevano e passavano le loro giornate fra una casa di tolleranza e l’altra. L’esistenza sembrava dolce e leggera. Poi arrivò la guerra e tutti quei merdosi vestiti di nero. Quando tutto finì e arrivarono quelli vestiti di verde, Giovanni non era più lo stesso. Era come se sentisse che qualcosa era cambiato nella sua testa. E tutto cominciò a precipitare.

I suoi pensieri furono interrotti dal campanello.

Bestemmiando il brutto Dio si alzò barcollando dalla sua chaise longue in velluto rosso a macchie di secrezioni varie, un regalo di Bonaparte per alcuni favori fatti.

«Chi cazzo è?» Non aveva mai montato un videocitofono.

«Buongiorno, ha un attimo? Vorremmo farle conoscere la parola di Dio Onnipotente e Salvato-»

Se non fosse stato troppo fatto sarebbe sceso a menarli come un fabbro, ma si limitò ad attaccare. Con la testa appoggiata al muro aspettò un secondo per riprendere l’equilibrio.

Ancora il campanello. Sgranò gli occhi e si riempì i polmoni. Alzò la cornetta.

«VAFFAN-»

«Brutto coglione, sono io, Giovanni! Quanto sei cotto per non riconoscere la mia voce? Fammi salire e non fare le solite scenate!»

Con un ghigno isterico e il battito accelerato premette i pulsanti per portone e luce. Doveva calmarsi. Dieci minuti con questo stronzo: bastavano quelli per sentire le sue solite cazzate sul “come ti sei ridotto” e “datti una ripulita”. Poi avrebbe ripreso la stagnola e l’accendino.

Si lasciò cadere nel buio della stanza sopra a un puff con delle stampe di Haring e aspettò.

Intuì subito che la conversazione non sarebbe stata la solita quando lo vide entrare.

«Ma come cazzo ti sei vestito?» esclamò osservando la tunica bianca e i sandali in pelle.

«Buongiornissimo, M! Questo è il vestito per il grande giorno! Hai del caffè?» chiese dirigendosi in cucina senza aspettare risposta.

M mandò gli occhi al cielo e li chiuse. Cominciò un mentale conto alla rovescia, sperando che quando sarebbe arrivato a zero li avrebbe riaperti rendendosi conto di essere andato in overdose e poi ritornato. Invece quella merda era sempre lì, vestito come un cosplayer, con una tazza in mano. Appoggiando il sedere sulla penisola della cucina tirò fuori una sigaretta.

«Se fossi in te non lo farei lì, vicino ai barattoli di etere etilico.»

Fermandosi con l’accendino davanti al volto si spostò verso la finestra e, dando le spalle a M, scostò con violenza i pesanti tendaggi e aprì la finestra.

La luce del giorno invase la stanza con la potenza di un lanciafiamme.

«Sei proprio uno stronzo» disse M socchiudendo gli occhi. «Quella merda ti ucciderà.»

Con un sorriso Giovanni dette una ricca boccata alla sua MS senza filtro. Pacchetto morbido ovviamente. Vestito così, con la luce che lo investiva da dietro e le volute di fumo acre che lo avvolgevano poteva sembrare tranquillamente San Philip-Morris invece dello stronzo Miroblita che era.

«Preparati, M! Oggi è IL giorno! Finalmente ci siamo. L’Agnello si è stancato e ha deciso di fare piazza pulita. Ho già chiamato il Puzza, il Tira e lo Smilzo. Stanno venendo tutti qui.»

«Ma che cazzo, Giova! Porca troia! Accidenti a te e alle tue idee del cazzo! Ma chi minchia ti ha dato il permesso di invitare gente a casa mia!»

«Casa mia» lo corresse l’ Aquila.

«E poi non si può fare. Lo sai da quant’è che non cavalco? Non mi ricordo nemmeno dove ho messo la spada. Porca troia dai! Ma come gli è venuto in mente a quello scemo di far partire tutto il casino così di punto in bianco?»

Cercando un posto per mettersi a sedere in quel casino che era la casa di M, Giovanni decise un po’ infastidito di rimanere in piedi per non sporcarsi la tunica.

«Mi ha detto che non gli è piaciuto l’adattamento di Nebblix» disse con tono remissivo.

Schizzando in piedi per la rabbia e ricadendo subito sul grosso cuscino per il giramento di testa M esclamò: «E’ uno scherzo vero? Uno dei tuoi scherzi del cazzo che fanno ridere solo te e i tuoi amici di merda. Ma ora mi hai veramente rotto le palle! Esci da casa TUA cazzo! Esci!».

«Non è uno scherzo M. Lo vuole fare davvero. Mi ha raccontato come è andata e non posso proprio dargli torto.»

«Sentiamola allora ’sta cazzata dai! Sentiamo come il figlio del cazzo e della merda si è sentito oltraggiato nel profondo tanto da far finire il mondo!» Smettendo un secondo di urlare borbottò fra sé: «Bello! Quando mi incazzo faccio pure le rime».

«Se ti calmi te lo spiego. In pratica è andata così: hai presente circa un anno fa quando annunciarono che avrebbero fatto un adattamento televisivo dei Vangeli? No, non puoi saperlo, non hai neanche una radio figurati un televisore. Comunque: parte tutto questo circo mediatico insensato come piace fare adesso sui social. Tutti contro tutti e non vinci nemmeno se la spari più grossa. Alla fine tutti rimangono della loro opinione e finisce lì fino al successivo scandalo. Ma stavolta no. Questa volta la discussione continua per quasi un anno senza sosta, si creano addirittura dei comitati e nasce un mezzo partito politico di sinistra che vuole sfruttare l’onda repressiva dei soliti cattolici per accaparrarsi voti e continuare a non fare nulla ma stipendiati dallo Stato.»

Si accese un’altra sigaretta e lanciò il pacchetto a M.

«Ecco bravo, dammene una, che tanto peggio di così non può andare.» Espirando fumo dal naso, fece gesto con la mano di continuare.

«Fin qui ci sei giusto? Ok. La storia prosegue e Nebblix se ne frega. La piattaforma è nostra, ci facciamo quello che ci pare, se non volete pagarci più l’abbonamento a noi sta bene e così via. Cominciano una campagna pubblicitaria che dire invadente risulta riduttivo. Gira ovunque questa immagine dell’Agnello ma con il volto oscurato e sotto ci mettono una scritta a caratteri cubitali che recita CHI SARÀ IL FIGLIO DI DIO? La gente perde completamente la testa. Su Instabram creano il filtro “Jesus” dove puoi farti un selfie e creare una tua copertina personale. Su TikTak spopola il balletto “Fisherman’s Friend” dove fai una coreografia sulla vecchia sigla della pubblicità delle caramelle.»

«Aspetta, che c’entrano le caramelle?»

«Ricordi? Il pescatore di anime etc…?»

«Ah bella! Ci vuole un po’ a capirla ma è bella! Mi devo iscrivere a questi social prima o poi.»

«Insomma vuoi sapere che è successo o no? Non interrompere. Dicevo. Le principali notizie mondiali parlano solo della serie segretissima che deve uscire. Si comincia a dare la caccia agli attori che l’hanno girata ma nessuno ammette di averlo fatto. Hanno paura delle ripercussioni e poi hanno firmato un contratto di non divulgazione molto stringente. Sembra che le guerre, la crisi energetica, il riscaldamento globale, insomma tutto, sia passato in secondo piano. Nonostante Sting e Bono continuino a lanciare appelli alla ragione e a focalizzarsi sui veri problemi, niente. La psicosi è collettiva. Non ti dico i bookmaker inglesi che polluzioni involontarie avevano! Fatto sta che tutti aspettano solo che sia annunciato l’attore che interpreterà il ruolo del Nazzareno. Il venticinque dicembre scorso la rivelazione: Jared Leto! Capisci! Jared Leto sarà il figlio di Dio!»

La faccia impassibile di M fece capire a Giovanni che il suo interlocutore non aveva idea di chi fosse. In effetti, pensò, non ha nemmeno una radio o un cellulare, figuriamoci se lo ha mai visto.

«Ma che cazzo!» esclamò M dallo spavento mentre tre figure entravano dalla porta.

«Si scusa, avevo lasciato la porta aperta per loro» gli disse l’Evangelista.

«Bella, M!» salutò con la mano lo Smilzo seguito a ruota dal Tira e dal Puzza. Si sedettero senza troppi convenevoli stando attenti a non mettersi sulla chaise longue.

«Non sei ancora pronto, vedo» disse il Puzza indicando M e facendo roteare il dito. Il tanfo del suo alito fece arricciare le narici di tutti i presenti.

«No che non sono pronto, per un cazzo! E nemmeno lo sarò mai! Questo qui mi ha appena raccontato questa stronzata sull’adattamento dei vangeli e su come un attore sconosciuto dovrebbe aver fatto incazzare il Signorino tanto da voler mettere fine a tutto!»

Nella stanza scese un silenzio sepolcrale per qualche minuto, interrotto solo da una scorreggia di indovinate chi.

«Non hai mai visto un’interpretazione di Jared Leto, vero?» domandò il Tira con il suo solito tono di violenza sottintesa estraendo dalla tasca un tablet.

«No! Perché mai avrei dovuto?»

«Ecco, adesso fatti una bella sniffata delle tue e mettiti comodo. Ti guardi tranquillo Suicide Squad, Mr. Nobody e Morbius. E non ti muovi da qui finché non hai finito. Noi aspettiamo.»

La massa fisica del Tira e l’ordine imperativo fecero desistere M da qualsiasi tentativo di ribellione.

Alla fine dell’improvvisato cineforum, mentre gli ultimi titoli di coda scorrevano sul piccolo schermo piatto, Morte alzò gli occhi e vide dopo tanti anni i suoi compagni con il loro vero aspetto. «Ho capito» disse rassegnato. «Cercate la spada, dovrebbe essere da qualche parte in giro, datemi una mano che intanto vado a farmi una doccia.»

Giovanni sorrise compiaciuto accartocciando il pacchetto vuoto di MS.

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