Οἶδα o delle implicazioni del vuoto

di Andrea Zandomeneghi

Come curarti dallo stillicidio di Dio dal fondo dell’anima tua? Dove un tempo albergava l’esperienza dell’altamente significativo ora s’apre un crepaccio vacuo che ti sprofonda nel petto per poi ramificarsi metastatico lungo il tronco e giungere a scioglierti le ginocchia. Gli accessi di nulla assumono la forma di lacune semantiche interiori in preda alle quai crolli a terra. È successo mentre celebri messa, mentre visiti col Prefetto gli alloggi dei migranti, mentre porti la comunione ai carcerati.

Il Vescovo ascolta come la fede e il senso scolino fuori da te e ti manda dallo psichiatra che diagnosticando una depressione con somatizzazione dell’ansia ti prescrive Limbytril. Passano mesi e illuminazioni oscure e pensieri eterocliti t’opprimono asfissiandoti: potresti credere all’inferno solo se non avesse il soffitto, Jahvè ha distrutto Sodoma non per questioni omosessuali ma perché i suoi abitanti avevano covato il desiderio irrefrenabile di violare il sacro congiungendosi carnalmente agli angeli la cui aura numinosa li aveva mandati in frenesia erotica, il paradiso indicato dal Cristo non è che una condizione psicologica.

Hai un divorante bisogno d’evocare una ierofania che ti salvi. Tenti il digiuno e la veglia. Ottieni parestesie della mano destra. Allora – prima del suicidio verso cui pericoli – ripensi alle tue radici messicane e ti convinci che a propiziarla sarà la vecchia Ska Maria Pastora. La inali nel tuo studio in canonica e la poltrona su cui siedi diventa una foglia di tiglio accartocciata che è il prolungamento delle tue mani palmate. La foglia che dunque tu sei si libra nel deserto dalle dune d’ametista che s’è spalancato ai tuoi piedi, poi dalla sabbia inizia ed emergere – prima una mano, poi due crani, poi legione – l’orda dei morti il cui tanfo mefitico color lapislazzuli t’avvolge cantando stridulo e fosco in coro un inno ctonio che dice: «Oggi è il primo giorno del resto della tua vita, risveglia il tempo alla vita». Ora hai visto, quindi sai.

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