Cinema degli eccessi, i 100 film più estremi della storia del cinema

di Niccolò Ratto

Non servono certo inutili giri di parole per descrivere questo volume. Già dal titolo risulta piuttosto evidente il target di riferimento, così come l’intento divulgativo di un testo che strizza l’occhio a ogni vero appassionato di cinema senza perdersi in tecnicismi o sofisticate analisi critiche. Non è questo infatti lo scopo di Andrea Guaia, psicologo, youtuber e, come lui stesso si definisce, “finto” critico cinematografico, desideroso invece di condividere attraverso un’insolita lente d’ingrandimento la propria passione per la Settima Arte.

Anche a una semplice sfogliata ci si rende immediatamente conto di non trovarsi di fronte a un classico dizionario di cinema come gli storici Mereghetti e Morandini, ma a una guida per stomaci forti, capace di trasporre un format di successo dalla rete (Youtube) alla carta stampata.

Noto ai più come @ShivaProduzioni, Guaia è infatti l’ideatore dell’omonima rubrica cinematografica che da oltre undici anni si occupa di tutte quelle pellicole definite appunto estreme. Ed è scavando in questa nicchia che l’autore riporta alla luce gemme dimenticate, depravate sperimentazioni e filoni accantonati ormai da decenni.

Un’importante precisazione però: il suddetto volume non è una guida al cinema splatter, né al trash, ma un’indagine cinematografica sul concetto di eccessivo. Come ben illustrato dal professor Daniele Zavagno nella prima prefazione al testo, “l’eccesso è un comportamento, un evento, un modo di essere che oltrepassa una giusta misura” e pertanto non bisognerebbe confondere un cinema degli eccessi con dei più banali eccessi cinematografici; una distanza che in definitiva sembrerebbe dipendere da un canone soggettivo come il gusto e dove appunto gli eccessi cinematografici sono perlopiù frutto del cattivo gusto.

Andrea Guaia concentra così la propria attenzione su quei 100 titoli da lui considerati imperdibili. Uniche tre regole imposte alla selezione: un’opera per regista, solo film usciti dopo il 1968 e niente documentari.

Ecco allora passare in rassegna dei veri e propri cult come Cannibal Holocaust (1980), Splatters – Gli Schizzacervelli (1992), le saghe di Nekromantik (1988 – 1991), Tetsuo (1989 – 1992 – 2009) e The Human Centipede (2009 – 2011 – 2015), A Serbian Film (2010) e Combat Shock (1986), ma anche pellicole meno note quali il brasiliano Mamilos em Chamas (2008) e il russo The Green Elephant (1999), senza dimenticare i grandi classici del disturbante, da A Clockwork Orange – Arancia Meccanica (1971) a Visitor Q (2001), passando per Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), Eraserhead – La mente che cancella (1977), Crash (1996), Festen (1998) e Dancer in the Dark (2000).

Viene anche dato spazio all’animazione, al porno sperimentale, al grottesco soffermandosi sul dramma e i tormenti della psiche, anche perché la violenza psicologica ― oltre a rappresentare uno dei parametri analitici adottati nelle schede filmiche ― è uno dei termini ultimi per forzare la percezione di contenuti estremi, siano essi di natura estetica o più propriamente interiore.

Meno sistematica e tradizionalista rispetto ad altre guide cinematografiche, Cinema degli Eccessi – i 100 film più estremi della storia del cinema è arricchito da un’interessante serie di approfondimenti, illustrazioni e interviste che intervallano, seppur in maniera caotica, il susseguirsi delle cento schede tecniche. Ogni scheda oltre a segnalare informazioni standard quali titolo originale, regia, genere, anno d’uscita, paese di produzione, cast e sinossi, offre una breve analisi con tanto di spunti, suggerimenti di altre opere o registi da visionare. È anche presente un curioso sistema di votazione diviso in cinque categorie a ognuna delle quali viene assegnato un punteggio da zero a cinque: Budella (modalità in cui è mostrato il corpo e le sue torture), Violenza Psicologica (forzatura della violenza sullo spettatore focalizzando sull’interiorità degli eccessi), Marciume (scelta tecnica per rendere brutale e corporea la violenza), Weird (uso di espedienti tecnici e narrativi per fare emergere gli aspetti più grotteschi) e Trash (uso di costituenti e processi filmici scadenti o di basso livello culturale).

Come avrete ben capito, Cinema degli Eccessi – i 100 film più estremi della storia del cinema non ha a che fare con l’horror, bensì con l’orrore sensazionalistico che si nasconde in quella fascinazione atavica che ci perseguita dalla notte dei tempi. Come spiega Guaia nell’introduzione, è quell’espressione chiamata sensation seeking; “la ricerca di emozioni forti, come lanciarsi da un aereo col paracadute, assumere sostanze psicotrope o mettersi volontariamente in una situazione di pericolo, tutto pur di provare un brivido che distrugga la barriera della quotidianità”.

Se amate il cinema, le emozioni forti e non avete paura di sperimentare, allora non perdetevi questo volume in uscita ai primi di marzo per Eris Edizioni.

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