Ex

di Germano Tarricone

Gioia si studia attentamente il viso davanti allo specchio. Naso, mento, fronte. Ultimamente lo fa spesso. Sta lì per mezz’ora, scivolando in uno stato di trance. Quello che vede non muta mai. Sì, un giorno avrebbe cominciato a mostrare i segni del lavorio del tempo ma adesso…

Scollarsi dal suo riflesso a quel punto le diventa penoso, così continua a fissarsi e la sua mente comincia a vagare senza freni.

Dio non c’è.

Questo le ha insegnato la sua esperienza. Perché se fosse esistito non avrebbe permesso che un essere umano subisse un trattamento tanto crudele. Parlare di libero arbitrio non è sufficiente a lenire le sue ferite. Nessuno può tirarsi indietro inorridito dalle gesta brutali e prive di senso delle sue creature.

Quindi se Dio non esiste, il suo volto è solo frutto del caso. Da qualche parte nel suo codice genetico sta scritto ciò che doveva diventare.

Una bella bambina

I complimenti sono arrivati presto, così almeno ricorda. Prima da altri genitori che le vaticinavano un futuro nel mondo dello spettacolo quando ancora non aveva raggiunto il metro di altezza, poi dai coetanei maschi che se la mangiavano con gli occhi.

Una bella ragazza

Ha sempre creduto che un viso come il suo fosse un dono. Finché un giorno, a vederlo, è stato il suo ex. Da quel momento la sua esistenza è cambiata. All’inizio tutto rose e fiori, poi i fiori si sono appassiti e le spine hanno cominciato a pungere. E più di una volta la sua faccia è stata usata dal suo ex come sacco per allenarsi. Anni e non giorni. Denunciarlo gli è costata fatica, e non è nemmeno servito a tenerlo lontano. Ha cambiato città, lavoro, ma lui l’ha sempre ritrovata. E ogni volta era sempre più violento.

Se le sue coetanee sognano di rifarsi il seno, lei brama un volto nuovo. Una maschera anonima per passare inosservata tra la gente. L’unico modo per sfuggire al suo ex.

Cambiare faccia non è così semplice. L’operazione chirurgica probabilmente sì. Basta un buon chirurgo. Abituarsi a vedersi diversa è tutta un’altra storia.

Per capire se anche lei corre il rischio di rigettare la nuova faccia, comincia con delle lenti a contatto colorate. Ne prova di diversi colori e alla fine sceglie quelle marroni. Il colore più comune.

Poi passa a modellarsi il viso con Photoshop. Si scatta una foto e la carica sul pc. Trascorre notti intere a cambiarsi i connotati a colpi di mouse. All’inizio cerca l’eccesso, la bruttezza ripugnante. Poi si accontenta di piccole ma significative correzioni del disegno originale. Da un viso indubbiamente bello ne ricava un altro, meno attraente. Un viso che al suo ex non sarebbe mai piaciuto. Soddisfatta stampa il risultato in formato 18×24. Lo tiene nascosto in una cartelletta in modo che nessuno possa trovarlo, e ogni sera lo guarda per abituarsi a un sé differente. Lascia trascorrere un po’ di tempo e infine giunge alla conclusione che ce l’avrebbe fatta ad accettarsi così.

Ora deve trovare chi è in grado di operare quel miracolo nel mondo reale. Con una semplice ricerca su internet scopre che i chirurghi plastici sono sparsi un po’ ovunque, silenti ma pronti a intervenire per correggere difetti e assecondare desideri.

Una clinica alle porte di Roma attrae la sua attenzione: Villa Liala. Nella foto, sul sito web, lo staff medico sembra il cast di una serie americana. Giovani, belli e probabilmente ricchi. Il primario, il dottor Edoardo Di Palma, è un luminare nella sua disciplina. Ha superato da poco la quarantina e la sua carriera è appena decollata. Dotato di senso dell’umorismo, accetta di buon grado che i suoi colleghi lo chiamino “Edward mani di Forbice”. Pagine e pagine di feedback lasciati da clienti soddisfatti testimoniano una quantità di miracoli pari solo a quelli di Cristo. Per molti è stato come risorgere. E chi più di lei si merita una rinascita dopo aver assaporato l’inferno?

Il professor Di Palma è l’uomo che cerca.

Telefona alla clinica, parla con una gentilissima segretaria e prende un appuntamento. Dalle pagine del sito ha già calcolato quanto le sarebbe costato cambiare faccia:

rinoplastica: 7000 euro.

zigomi con protesi: 4000 euro.

otoplastica: 3800 euro.

mentoplastica: 3000 euro.

Se 17800 euro sono il prezzo per sfuggire al suo ex, lei li sborserà molto volentieri.

La mattina dell’incontro col professor De Palma sfila la stampa 18×24 dalla cartelletta e la mette nella borsetta. Prende un taxi. Per sua fortuna il conducente non ha voglia di parlare e si limita a lasciare un po’ di musica in sottofondo. L’auto attraversa la città facendosi strada lentamente nel traffico fino a raggiungere la Cassia. Lì, al numero 1286, si ferma davanti a Villa Liala. Gioia non scende subito. Da dietro al finestrino rimane a osservare quel poco che un grosso cancello lascia intravedere: la facciata di una villa di inizio novecento dai muri bianchi. Il giardino curato come un campo da golf deserto e silenzioso. Chiome di alberi secolari. Si fa coraggio e scende. Supera il cancello con la speranza di lasciarsi per sempre il passato alle spalle.

Tre settimane dopo freme per togliersi la benda che le ricopre il volto.

Prima di farsi operare, per non lasciare traccia di sé, ha stracciato tutte le vecchie foto, bruciato i negativi, cancellato i file. Solo la sua memoria e quella di pochi altri trattiene il ricordo del suo vero volto.

Tolte le bende si trova davanti una sconosciuta, che la fissa stupita.

– Mi abituerò a te, si dice.

Ma non è così.

Col passare dei giorni non riesce ad abituarsi alla forma della sua nuova faccia. Nello specchio vede sempre un volto estraneo. E ogni giorno è sempre peggio. Arriva a odiare quella donna che la guarda sempre più delusa e triste.

Disperatamente cerca un’immagine di come era prima, ma non la trova. Cerca in casa di conoscenti. Niente, salvo qualche foto di gruppo in cui neanche si riconosce. Tutti hanno obbedito alla sua preghiera di eliminarle. Senza un passato documentabile non le sembra di essere mai esistita. Cade in depressione. Implora inutilmente il chirurgo di restituirle la sua vecchia faccia. Non può. L’intervento è irreversibile. E da quel giorno non riesce più a guardarsi allo specchio senza scoppiare a piangere.

Ora, davanti allo specchio, si accarezza i lineamenti, prima in maniera delicata, poi premendo sempre più a fondo. Sulla sua pelle liscia e morbida le sue dita fanno posto a un bisturi affilato. La sua carne cede. E il suo naso prende una forma nuova, leggermente all’insù. Le mascelle finiscono sbozzate come due pezzi di marmo. Il taglio degli occhi si allunga all’orientale. Solo quando è troppo tardi si accorge di essersi tranciata di netto le orecchie. Il sangue le ricopre la pelle. Comincia a ridere. Sempre più forte.

Con quelle fattezze è certa che il suo ex non la molesterà più.

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