Ignorata deriva

di Viviana Antonelli

Io non lo so dove sta l’Ucraina, però l’anno scorso mio padre ha detto che non poteva farmi il regalo di Natale perché lì c’era una guerra e i prezzi erano aumentati, allora la tredicesima serviva per pagare le bollette. Spero che quest’anno la guerra non ci sia, infatti non ne sento più parlare; ormai si parla di un’altra guerra che è sempre brutta ma che però non rende le bollette più costose.

Mio padre per molto tempo ha lavorato in una fabbrica che poi, purtroppo, si è trasferita all’estero, allora da qualche anno fa il muratore e ogni mattina va al cantiere, e poi ritorna stanco e con le mani sporche. Una volta è anche caduto da un’impalcatura alta e il giorno dopo era di nuovo lì a lavorare.

Io non capisco perché non faccia come mio fratello che invece lavora al telefono o al computer, dentro la sua camera.

Ha già tanti soldi da parte e ha detto che tra poco va a vivere da solo, però prima deve finire di pagare alcune cose, soprattutto il medico che gli fa le punture alla faccia; infatti, ha le labbra gonfissime e anche gli zigomi.

Lui lavora così: ha le unghie lunghissime e, in diretta, le tamburella o strofina sul microfono o su alcuni oggetti ma sempre davanti al microfono, oppure mastica a bocca aperta o, soprattutto, bisbiglia piano piano delle frasi e lo seguono in tanti, anzi, tantissimi. Al posto delle dita può anche utilizzare i pennelli che servono per truccarsi le guance o lo Slime, che prima era un mio gioco.

Alcune persone lo seguono perché così si rilassano, altre perché si eccitano e altre ancora dicono di non riuscire più a dormire senza, così lui se ne approfitta per sponsorizzare i prodotti e le aziende lo pagano. Tanto alla gente non importa quello che dice, ma solo il modo rilassante in cui lo dice e intanto il loro cervello registra quello che sentono.

Si chiama ASMR e l’ha imparato da una sua amica di internet che vive in America. Non so neanche dove sta l’America ma credo che sia più grande e più bella dell’Ucraina, perché lì non sono in guerra e fanno sempre le cose più intelligenti prima di noi.

Ma questa, in realtà, è sola una delle tante cose che fa. Ci sono delle volte, ad esempio, in cui rimane fermo e aspetta che gli altri gli dicano cosa fare. Spesso gli chiedono di inquadrarmi mentre cammino in punta di piedi o mentre sono seduto e dondolo la schiena. Capita anche che chiedano di farmi i dispetti, così mi vengono le crisi in diretta e le visualizzazioni aumentano tanto. Anche a scuola mi vengono le crisi ma almeno in aula c’è la mia maestra di sostegno che mi aiuta.

A differenza mia, lui ha tante amiche e quando lo vengono a trovare fanno un gioco stupido ma che piace a molti: si truccano la faccia e poi se la puliscono, così tante persone li guardano e poi sono anche pagati da quelli che fanno i cosmetici che usano. Altri giochi sono quelli in cui bevono in diretta, ma solo per finta, frullati per dimagrire o indossano abiti e consigliano agli altri che vestiti comprare, perché gli altri non lo sanno fare da soli, forse sono persone molto indecise.

Il mio gioco preferito, invece, è spegnere tutte le luci, tapparmi le orecchie con le mani, infilarmi sotto le coperte e fare finta di non esistere.

Le sue amiche postano sempre dei video in cui fanno i balletti, delle volte anche con le loro madri, che si vestono come loro, sono molto social e si fanno stirare le rughe; invece, mio padre è tutto strano, si fa le foto solo quando servono per i documenti, porta addosso quasi sempre gli stessi vestiti perché non conosce le marche famose, e non capisce le cose moderne. Ieri ha guardato mio fratello e ha detto: “Fai un figlio e non sai chi ti metti in casa”. Mia madre neanche la ricordo, quindi non lo so cosa penserebbe se fosse qui, ma mi piace pensare che almeno lei sarebbe normale.

Ci sono dei giorni in cui vengono qui e si spogliano a vicenda. Si spogliano anche davanti a me e poi mi inquadrano i pantaloni e ridono. Sono felici perché dicono di essere molto libere. Libere di essere costrette a essere tutte uguali, uguali tra loro e uguali anche alle altre ragazze di internet. Infatti, hanno le unghie lunghissime, tanti vestiti che però si chiamano outfit e le labbra gonfie come mio fratello. Anche il culo in realtà, perché si sono fatte un’operazione che si chiama BBL e che ti toglie il grasso dalla pancia e te lo mette sul culo, quindi hanno una vita strettissima, quasi come la mia, e possono farsi video e foto di schiena, così sono tutti più felici. Anche questo l’hanno visto dalle ragazze americane. Poi si mettono i leggings strettissimi da palestra, così li pubblicizzano e le altre ragazze se li comprano e vanno in palestra sperando di ottenere i loro fisici, e non capiscono che è solo un trucco.

Si vogliono molto bene e si chiamano sorelle; una ha anche comprato una maglietta con delle scritte per sostenere tuuutte le femmine di tuuutto il mondo che costa quasi come un mese di stipendio del mio papà. Io, però, non ho capito come faccia questa maglietta ad aiutarle, forse è magica, oppure chi la produce regala alle femmine povere tutti i soldi che guadagna vendendola.

Anche se le amiche di mio fratello si amano, se una di loro fa qualcosa di sbagliato, la escludono e postano tanti video in cui la accusano di cercare troppi chupa chups. C’è anche una canzone in napoletano apposta che mettono in sottofondo.

Io, per sicurezza, quando la maestra me li compra, li mangio di nascosto. Lei è molto bella sebbene non abbia la faccia gonfia, non mi costringe mai a fare i video e anche lei aiuta le femmine, però non lo fa spogliandosi o comprando le magliette, ma regalando libri alle bambine che vivono nella casa-famiglia davanti la scuola.

Stamattina mio fratello voleva fare su Tik Tok un nuovo gioco che si chiama cicatrice francese. Devi darti un pizzico sullo zigomo fortissimo e strizzare la carne fino a quando la presa ti lascia un segno rosso, così puoi dimostrare di non essere un fifone. Poi i suoi amici di internet in diretta gli hanno chiesto di farlo anche a me, ma io non volevo perché ho paura delle sue unghie, allora sono scappato ma lui mi rincorreva.

Mi ha rincorso per tanto tempo. Io ero stanco ma cercavo di resistere.

Stavo quasi per uscire dalla camera ma mi ha preso per i capelli e spinto all’indietro e io ho sbattuto la testa per terra e mi sono messo a piangere, mentre tantissime persone lo incitavano a continuare. È salito sopra di me a gambe aperte, mi ha immobilizzato e con una mano premuta sulla mia fronte mi teneva la testa ferma; quando ho visto l’altra mano avvicinarsi al mio viso ho cominciato a dimenarmi con tutta la forza che avevo. Con gli occhi chiusi, per non vedere quelle unghie, gridavo il nome della mia maestra, sperando che in qualche modo potesse sentirmi e venire a salvarmi. Sentivo il cuore battere fortissimo, respiravo a fatica, e scuotevo braccia, gambe e testa sempre più velocemente. Poi ho sbattuto fortissimo la testa sul pavimento e l’incubo è finito.

Adesso ho tutta la schiena bagnata di sangue e non sento più nulla.

Babbo Natale, io lo so che non esisti e che i regali li fanno i genitori, ma ogni anno ti penso e dentro il mio cuore ho sempre sperato di ricevere le scarpe e i cellulari che hanno i miei compagni di classe, perché ogni volta si comprano il modello nuovo e io invece mai. Mio padre dice che costano troppo e che comunque il cellulare alla mia età non serve e che invece di lamentarmi dovrei pensare a quei bambini che non hanno neanche il pane, io però sono un pochino stanco di essere sempre diverso dagli altri e di essere l’unico ad avere un papà che non capisce le cose importanti. So anche di non essere bravo a parlare e scrivere come i miei coetanei, però non sono neanche cattivo e forse un pochino lo meriterei.

Ora non lo so se sto morendo, ma se riesco ad alzarmi e scrivere la lettera che sto pensando, quest’anno ti chiedo una nuova cosa. Nel caso in cui anche stavolta non dovessi ricevere nulla dalla famiglia, ti chiedo come regalo un microfono ASMR, così guadagno anche io e posso comprarmi le cose che voglio, e magari papà può rimanere con me senza andare al cantiere, così non si sporca le mani, non corre il rischio di cadere e avrei il tempo di insegnare anche a lui come si deve vivere.

Babbo Natale, credo di avere gli occhi chiusi ma comunque ora riesco a vederti. Vedo te e la mia maestra camminare lentamente sotto la neve e venirmi incontro con il sorriso sul volto e con grandi sacchi alle mani pieni di regali, e intorno a noi non c’è nessuno che possa spiarci o riprenderci.

Finalmente è arrivato il primo Natale bello di tuuutta la mia vita.

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