La Papessa del Diavolo

di Alessandro De Lucia

Nella mefitica provincia varesina anche le librerie sono colme di tristezza, scarne e morte, si fruga tra i libri di seconda mano, spesso gli stessi invenduti da anni, più  per inerzia e noia che per speranza di trovare qualcosa che desti l’occhio, l’attenzione, la curiosità … quindi quale stupore mi ha pervaso quando in un deprimente scaffale di una di queste tombe della cultura ho trovato, nascosto tra altri volumi totalmente trascurabili, una rara perla di urticante oscenità: La Papessa del Diavolo.

Questo infernale romanzo venne pubblicato a Parigi nel 1931, nel pieno del fermento surrealista di cui è considerato uno dei frutti più corrosivi, e i due autori si firmarono come Jehan Silvious e Pierre De Ruynes, pseudonimi dietro cui presumibilmente si celavano il poeta Robert Desnos insieme a Ernest Gengenbach, ex seminarista convertito all’occultismo, il sulfureo autore di Satàn a Paris e L’Expèrience Dèmoniaque che si vantava di essere “le premiere surrèaliste sataniste”. Entrambi gli autori erano ferventi adepti di André Breton, il papà e papa del Surrealismo che Gengenbach considerava addirittura l’incarnazione dell’Antipapa di Avignone, Pietro Di Luna. Breton invece farà poi espellere Gengenbach dal suo movimento con l’accusa di professare una religione diabolica non meno ortodossa e dogmatica di quella cristiana.

Prima edizione francese, 1931

Naturalmente La Papessa del Diavolo, libro esplicitamente e gioiosamente blasfemo, non poteva trovare posto nell’Italia degli anni trenta dove i patti lateranensi erano già stati firmati e il fascismo aveva da parecchio tempo accantonato ogni velleità anticlericale, perciò la prima edizione italiana arriverà molto più tardi, nel 1969, in rovente clima di contestazione e rivolta, pubblicata  da Ranzani e Aglieri con il mirabolante sottotitolo L’Apocalisse Fantaerotica del Surrealismo. L’Arcana Editrice ne pubblicò una seconda edizione nel 1980, dopodiché del libro si perse ogni traccia e per lungo tempo diventò praticamente introvabile, finché la Castelvecchi non ebbe la brillante idea di farlo riapparire nel 2013 con una traduzione rivisitata.

Prima edizione italiana, Ranzani e Aglieri, 1969

Nato dall’incontro insospettabile tra un cultore di messe nere e demonismo ed un poeta surrealista che si nasconde dietro il magico pseudonimo di Pierre De Ruynes, questa apocalisse frenetica risponde al desiderio di morte della marcia cultura occidentale a favore della nuova barbarie: “Vedremo infine i Mongoli … accamparsi sulle nostre piazze.”

Dopo aver letto tale inquietante quarta di copertina mi porto a casa il libro senza indugio e fin dalle prime righe vengo stordito dalla sua nera potenza, dalla magia distruttiva emanata in ogni sua pagina: “Scriviamo questo libro alla luce delle Tre Lune, allietati dalla visione dei futuri cataclismi. La Fine del Mondo si avvicina: sventura sia su coloro che si accaniscono a negarla in nome di una pretesa Ragione, miserabile palliativo alla loro impotenza mentale. Il galoppo dei cavalli tartari si impone alle nostre orecchie; percepiamo, al di là dei tempi, il rumore delle orde in marcia verso l’Oriente. Voi o i vostri discendenti sarete testimoni dei fatti che l’Arcangelo Nero vi rivela per mezzo della nostra penna … voi un tempo ignoravate tutto, le Messe Nere non furono che ricompensa per pochi iniziati. A coloro che cominciano a capire annunceremo che la Papessa del Diavolo scaturirà dalla loro forza spirituale.”

La Papessa del Diavolo viene descritta nel libro come una divinità erotica, sanguinaria, maestosa, terrificante; è la temutissima Arcimaga, la donna più sensuale e spietata mai esistita, la rappresentante umana delle potenze oscure che l’hanno investita della più sacrilega delle missioni: unificare l’oriente per distruggere l’occidente e, soprattutto, estirpare il cristianesimo dalla faccia della Terra. Nel prologo Papa Pio XIII ha una spaventosa visione della sua venuta:

“Il Vecchio Mondo stramazza, sangue scorre e rovine si accumulano. La desolazione regna dappertutto ed Ella appare, cavalcando un grande cavallo bianco. Sulla fronte ha stampata una stella rovesciata; nella mano destra tiene una grande sciabola dalla lama rossa, e nella sinistra una torcia che getta pallidi chiarori. È vestita di verde, ed ha il capo ornato da un diadema d’oro dal quale emergono due grandi corna. I piedi infilati in staffe fatte di tibie umane, sta eretta sul suo bianco cavallo che calpesta con gli zoccoli rossi i cadaveri sventrati. Lo Spirito del Maledetto scende su di lei, e l’adombra di cupi raggi.”

Edizione Castelvecchi, 2013.

La profezia si avvera nell’inverno del 19XX quando la Papessa del Diavolo entra vittoriosa a Parigi, ultima roccaforte dell’occidente cristiano, alla testa degli eserciti di tutta l’Asia unita sotto il suo comando. L’Europa è stata sconfitta dalle orde di mongoli, cinesi, giapponesi, tibetani, indù, arabi, turchi, tartari, mentre le Americhe sono state conquistate dall’interno grazie all’azione degli indiani e degli immigrati cinesi a cui si sono uniti i neri.  La cristianità e l’intera civiltà occidentale sono state umiliate e schiacciate, perciò l’Aricimaga può prendere il potere totale su tutta l’umanità facendosi proclamare, senza alcuna modestia, Regina del Mondo.

Dall’alto del suo trono L’Arcimaga regna col terrore ordinando supplizi per i prelati superstiti e stupri di massa per figlie e mogli dei potenti che governavano il vecchio ordine sconfitto. La regina si distrae tra un massacro e l’altro fumando pipe d’oppio e concedendosi a voluttuosi accoppiamenti saffici con Nadia, la sua ardentemente devota segretaria russa promossa a sua schiava d’amore. Al di sopra della Regina del Mondo, detta anche Signora dell’Asia, Figlia del Cielo, o Uguale agli Dei, c’è solo il suo signore e padrone l’Arcangelo Nero, detto anche il Grande Androgino, Baal, Astaroth o Satana, con il quale è in contatto diretto tramite l’oratorio delle Magie tutelari e che nelle sue spettrali apparizioni le detta dettagliatamente il programma per la decristianizzazione completa del mondo:

“L’Europa si era trasformata; chiese e cappelle erano diventate pagode e templi in cui si celebravano i culti dell’Asia. Gli idoli delle millenarie mitologie avevano preso il posto del Cristo agli angoli delle strade. I villaggi risuonavano di canti singolari e musiche strane. E addirittura l’odore dei vecchi terreni era scomparso, soppiantato dai profumi asiatici nei quali l’incenso, il gelsomino e la rosa si mescolavano al tanfo di pesce fritto…”

L’apoteosi della blasfemia viene raggiunta con l’epica crocefissione sulla Torre Eiffel dell’ultimo baluardo del cattolicesimo, Papa Pio XIII, il cui supplizio viene descritto in toni liricamente orripilanti e infernali degni di un dipinto di Bosch:

Per colmo di raffinata crudeltà, la Regina del Mondo aveva specificato che il Papa dovesse essere crocefisso completamente nudo. Il ventre, proteso a causa di una piccola trave fatta scivolare tra la croce e il corpo, mostrava il sesso del pontefice, eretto al centro di un ciuffo di peli grigi. Per divertirsi, i boia che vegliavano ai piedi della croce, glielo punzecchiavano col ferro delle loro lance. La Regina del Mondo non poteva allontanare gli occhi dalla possente virilità del pontefice morente. Abbassava leggermente il binocolo, guardava il basso ventre del crocefisso e contemplava il fallo che si copriva di fini scalfitture purpuree, imperlate di purpuree gocce di sangue.”

Quando sembra che la vittoria dell’Arcimaga sia ormai compiuta e il cristianesimo sia annientato ecco che spunta un giovane e carismatico pontefice clandestino, Benedetto XVIII, che lancia la guerra santa contro le forze pagane. Il nuovo papa, scaltramente travestito da decadente artista Fratello del Loto, riesce a sedurre la Regina del Mondo e a metterla in trappola. Ma Benedetto XVIII, per quanto forte e determinato, è pur sempre un uomo di carne e sangue che infine cede all’accecante sensualità della sua prigioniera, si innamora e rinnega a gran voce la sua fede:

“Egli vide, in un lampo folgorante, le sue lotte contro il demone della sensualità, il suo austero passato privo di gioia, la sua castità faticosamente sostenuta sotto il peso dei digiuni e della disciplina, la sua sete dell’Ignota, che ne’ le sofferenze ne’ la gloria avevano, in definitiva, potuto far tacere … Con fervide precauzioni, Benedetto XVIII liberò dalle catene i gracili polsi della sua amante. Poi la spogliò dei suoi cenci di penitente e volle gioire della vista del suo corpo nudo.”

Benedetto XVIII lacera pubblicamente la sua veste di pontefice, giura fedeltà a Satana e diventa il compagno della Regina del Mondo, i popoli seguono il suo esempio e spontaneamente abiurano in massa la religione, la guerra santa è finita, la disfatta del cristianesimo è definitiva. E allora vissero tutti felici, contenti e pagani? Niente affatto: dopo qualche tempo sorgono le tre lune, i vulcani eruttano, la terra trema, i mari ribolliscono, l’apocalisse arriva.

Il periodo trilunare porta pestilenze e cataclismi, la collisione dei globi provoca piogge di enormi meteoriti, con l’imminenza della fine le orge diventano sempre più frenetiche e convulsive, all’Arcimaga viene offerta una fuga verso altri mondi su una navicella spaziale costruita da un giovane scienziato, ma la Regina del Mondo preferisce morire nel suo palazzo mentre si congiunge in un amplesso brutale con un soldataccio nero della sua guardia.

Questo libro raccoglie in poco più di un centinaio di pagine un tale concentrato di sconcezza, lussuria, orrore e furia bestemmiatrice da risultare estremamente esilarante, anche le splendide e sinistre illustrazioni trasudano erotismo, violenza e mostruosità,  non c’è da stupirsi che i due artefici dell’opera si siano firmati con nomi fittizi se si considera che ai tempi  si rischiavano accuse di oscenità per molto meno e a Parigi gruppi di nazionalisti bigotti erano sempre pronti a menare le mani in difesa della  “Morale”( si pensi a cosa successe negli stessi anni a L’Age D’Or, il film di Bunùel e Dalì la cui proiezione venne prima attaccata fisicamente e poi vietata per legge).

Per concludere raccomando caldamente la distribuzione gratuita de La Papessa del Diavolo in tutte le scuole del paese, dalla quarta elementare in poi, e spero che prima o poi Famiglia Cristiana decida di farne un allegato speciale per i propri affezionati abbonati: potrebbero imparare qualcosa, non si sa mai.

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