Sul cut-up – Il Girone di Charlie

di Alessandro Pedretta

A una riunione surrealista del 1920 Tristan Tzara ebbe l’idea di infilare in un cappello dei fogliettini con sopra scritte delle parole. Sarebbero state pescate a caso e quindi con esse formato un poema. In questo modo le parole avrebbero assunto un significato nuovo, fuori dal meccanismo elaborato da una coscienza singola o collettiva, e quindi avrebbero superato quelle barriere che le parole erigono col proprio significato, creando invece una nuova forma d’arte e di significati, slegata da un potere condizionante qualsiasi, fuori da ogni dogma pre-imposto, libere d’essere pura entropia semantica.

La riunione surrealista, causa le divergenze d’opinione, finì in un pandemonio, ne seguì una rissa, il teatro in cui si erano ritrovati fu messo a soqquadro, e Andrè Breton espulse dal movimento Tzara. Forse lo sperimentalismo del poeta rumeno non fu capito completamente.

La lezione di disintegrazione del linguaggio venne caldamente accolta qualche anno dopo da Brion Gysin e successivamente da William Burroughs, il quale lo utilizzò in maniera così assidua da farlo divenire un suo vero e proprio marchio di fabbrica, non solo nella scrittura ma anche nei video in cui le immagini vengono tagliate, ricollocate, le frasi ripetute come un mantra post-moderno.

È però Brion Gysin, poeta, scrittore e pittore dedito allo sperimentalismo a 360°, che nel 1958 per caso un giorno divide un testo a strisce e le ricolloca successivamente in un collage, inventando a tutti gli effetti il cut-up come lo conosciamo. Le parole assumono un diverso significato. Le parole vengono attaccate (in tutti i sensi) – su più livelli, perché anche il potere condizionante delle parole viene superato, un nuovo linguaggio erompe dal foglio, o dai video, o dalle pregistrazioni su nastri magnetici. L’indottrinamento sociale mediante il linguaggio (il linguaggio virus venuto dallo spazio) per un attimo viene sconfitto, usato e operato chirurgicamente per liberarlo in una zona anarchica e pura.

Dunque quello che ci viene detto, che ci viene quotidianamente proposto tramite qualsivoglia linguaggio, la sottintesa “realtà”, non è altro che la superficie di una realtà nascosta, forse anche sottocorticale. Scoprendo la “sottoscrittura” tra le parole e svelata tramite il meccanismo “a caso” del cut-up, ecco che ci vengono svelati dei misteri e il senso volutamente mistificato delle cose, disarcionando le connessioni logiche frutto di associazioni di pensiero impartito.

William Burroughs, lo sciamano Beat, il vecchio tossico guru, Lee, L’Hombre Invisible di Tangeri, non può non richiamarci alla mente una correlazione “stupefacente” col lavoro di tagliuzzamento delle parole con cui ci ha creato gran parte della sua produzione letteraria; perché nella ricomposizione tramite smembramento delle logiche strutturali semantiche si assapora nitidamente un’alterazione della coscienza, un nuova “visione” quasi allucinatoria del testo – in cui alberga soventemente lo straniamento da viaggio del tempo dato dalla ripetizione di parole e concetti che assumono un preciso significato solo con lo scorrere delle pagine, e quindi una magia viene messa in atto, terribile e illuminate: il non-senso, la distruzione, la disintegrazione – sintattica, verbale, concettuale – posseggono quella forza apocalittica (letteralmente “che svela”, “rivelatrice”) che null’altro pensiero o astrazione riesce a convogliare.

 – Il vecchio tossico delle logiche del testo sintattica smembramento operandolo chirurgicamente da Brion Gysin e proprio la sottintesa “realtà” divide un  testo a strisce Dunque quello nascosta frutto di associazioni di fabbrica, non può non richiamarci una nuova “visione” perché la distruzione del testo ripetizione di parole caldamente accolta del poeta rumeno. –

“”Il controllo dei mass media dipende da certe linee di associazioni. Quando queste linee sono tagliate le associazioni si spezzano. Potete tagliare le linee del chiacchiericcio mediatico e creare nuove linee in contatto con la strada, tramite un semplice registratore a nastro.Suggerisco che la stampa underground adotti luso di tecniche di cut-up. Per esempio, preparare un cut-up dei peggiori politici reazionari e metterci intorno le peggiori immagini che riuscite a trovare.”

(da Re Search – Edizioni Shake)

Segue un cut-up che ho effettuato con alcuni canti dell’Inferno di Dante e la dichiarazione difensiva di Charles Manson nel processo del 19 novembre 1970: 

IL GIRONE DI CHARLIE

Io vidi un’ampia fossa in arco torta, questi bambini che vengono da voi con i coltelli io vidi gente sotto infino al ciglio; “Non oltrepassare quella porta” Poi mi tentò, e disse:

«Quelli è Nesso, voi riflettete su di me quello che siete all’interno di voi stessi discesi qua giù nel basso inferno, la verità è adesso, la verità è proprio qui. E quella fronte c’ha ’l pel così nero”

“Ok, se foste veri mi andrebbe bene”.

Così a più a più si facea basso quel sangue, sì che cocea pur li piedi; stavamo percorrendo l’autostrada con una macchina del 1958 dintorno al fosso vanno a mille a mille, saettando qual anima si svelle del sangue più che sua colpa sortille.

“Colpiscilo sulla testa con un martello”.

Quando s’ebbe scoperta la gran bocca, voi volete un demonio sadico perché questo è ciò che voi siete ma per quella virtù per cu’ io movo li passi miei sono quello che voi avete costruito.

Allor mi volsi al poeta, diceva: “Non ho un posto dove vivere, posso stare qua?”

Nel fondo erano ignudi i peccatori, dite: “Da dove cominciamo?” Di qua, di là, su per lo sasso tetro vidi demon cornuti con gran ferze, mi dite qualcosa e domani cerco di ripeterla. “Questo è il significato delle parole”. Così parlando il percosse un demonio e là ho imparato una lezione: non dire niente a nessuno, poi che l’ardite femmine spietate tutti li maschi loro a morte dienno. “Questo è il significato delle parole”

Questi bambini che vengono da voi con i coltelli Nel dritto mezzo del campo maligno siete stati seduti qui per diciannove giorni a interrogare quella ragazza novo tormento e novi frustatori, «Via, ruffian! qui non son femmine da conio» Non mi interessa cosa pensate di me e non  mi interessa sapere come che suoni la sconcia novella. Sono sempre stato nella vostra cella.

“Questo è il significato delle parole”.

Questi bambini che vengono da voi nel mezzo del pantano,  sanza coltura e d’abitanti nuda, e per quanto possa sembrar comico voi mi guardate e dite: Ma dimmi, de la gente che procede, una campana suona e io mi alzo vidi demon cornuti con gran ferze, che li battien crudelmente di retro. Dite “Da dove cominciamo?” E mentre ch’io là giù con l’occhio cerco, vidi un col capo sì di merda lordo, la mia pace è nel deserto. Ella passo per l’isola di Lenno perché quando prendete LSD per un certo tempo raggiungete il nulla.

“Colpiscilo sulla testa con un martello.”

«Già di veder costui non son digiuno»

Da voi con i coltelli è il significato delle parole.

O vendetta di Dio, quanto tu dei esser temuta da ciascun che legge voi proiettate paura. Voi avete fatto di me un mostro e per celarlo meglio, quando piangea, vi facea far le grida, abbiamo giocato come a mamma e papà “Buon Vulcano, aiuta, aiuta!” “Abbiamo fatto un magical mistery tour” li suoi dispetti sono al suo petto assai debiti fregi. Dite che nella mia mente i fatti sono ambigui e io sospinto,  potavam sù montar di chiappa in chiappa. Non capisco i tribunali e non capisco un mucchio di cose con serpi le man dietro avean legate disse che io odio i negri si confessa che la fenice more e poi rinasce se potessi arrabbiarmi con voi vi ucciderei tutti.

Vita bestial mi piacque e non umana, questo è il significato delle parole.

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